1 giugno 2016

Contro il Tempo

*Tic* *Tac*

Scartoffie, scartoffie ed ancora scartoffie, tutto il santo giorno nient'altro che scartoffie.
L'orologio segnava le 14:37, il ticchettio si perdeva nel caos aziendale, Jerry aveva gli occhi pesanti e non ne poteva più di starsene rinchiuso nel suo insulso box-ufficio.
Era addetto alla consulenza legale dell'azienda, non faceva altro che leggere scartoffie tutto il giorno, tutti i giorni, e ne era stufo.
Non c'era nulla che lo entusiasmasse, non si sentiva apprezzato, il lavoro che svolgeva era marginale e ripetitivo; quel compito semplicemente non gli piaceva, ma era incastrato lì non avendo altre opportunità, e nonostante tutto faceva controvoglia il suo dovere.
14:39
Quando sarebbe finita quella maledettissima giornata?

*Tic* *Tac*

La macchina sfrecciava nella notte.
Jane era pallida e debole, aveva addosso una camicetta bianca sporca di sangue, si premeva sulla ferita nel ventre uno straccio oramai completamente macchiato di rosso, era senza forze.
Mike stringeva i denti, teneva serrati i pugni sul volante, scartava le macchine con la forza della disperazione e lanciava occhiate frenetiche a sua moglie.
Erano da pochi minuti passare le 22:00, Mike doveva assolutamente evitare la superstrada per arrivare in ospedale il più velocemente possibile.
Era stata una lite da poco, scoppiata per una semplice battuta, come aveva potuto suo fratello conficcare un coltello nella pancia di Jane? Come diavolo era potuto succedere?
Dio mio. Non poteva essere...Jane resta sveglia! Jane sono qui, stringi la mia mano, ci sono io qui con te, non ti lascio, hai capito? Jane resta sveglia!
Jane!

*Tic* *Tac*

I raggi del sole attraversavano i rami degli alberi e scaldavano dolcemente la pelle.
Le dita di lui si stringevano calde intorno quelle di lei.
Erano stesi entrambi sull'erba frasca, e non c'era una singola preoccupazione al mondo che potesse sfiorarli.
Era tutto semplice, quasi banale, non c'era bisogno di dire nulla, o fare nulla, era perfetto.
Lei, con la testa poggiata sul suo petto, sentiva lo scorrere del tempo scandito dai battiti del suo cuore.
Quel tempo era intriso di una dolcezza ed una tranquillità che potevano esistere così puri solo nei 17 anni di entrambi.
C'era un sacco di tempo, avrebbero potuto stare lì qualche altra ora prima che qualcuno li cercasse, e lo avrebbero fatto.
Desideravano entrambi che quel momento non finisse mai, sarebbe stato bello poter fermare il tragitto del sole nel cielo, immobilizzare il vento, le foglie e tutto il mondo intorno a loro.
Dopotutto non c'era nulla di importante se non quel momento, bastava sentire le dita di lei che si chiudevano morbide su quelle di lui.

*Tic* *Tac*

Era una bellissima mattinata, il cielo era blu e non un alito di vento si alzava intorno allo stadio.
Christina si sentiva in forma, era pronta a vincere.
Le sei concorrenti erano posizionate dietro la linea di partenza, mancava poco.
Christina aveva sciolto e legato le stringhe delle scarpe almeno una decina di volte nell'ultima ora, quelle del piede sinistro ora stringevano un po troppo, ma non poteva più permettersi di toccarle.
Erano oramai tutte schierate e posizionate nei blocchi di partenza, pronte a partire.
Lo starter diede l'avvertimento.
La deflagrazione dello sparo arriva all'orecchio di Christina, il suo cervello esplode lanciando segnali e dicendo al corpo che è il momento di mettersi in moto, i muscoli si accendono e lei vola in avanti divorando il terreno.
100 metri sono pochi se corri come il vento, 100 metri sono un'infinità se ci pensi.
Basta uno scarto di pochi centesimi di secondo per diventare una leggenda, Christina lo sapeva.
Finché corri non c'è nulla di cui preoccuparsi, finché corri non fa male.
Correva con ogni briciolo di energia che aveva in corpo, correva più veloce di tutte, ma non lo faceva contro le sue avversarie, lei correva per battere quel maledetto cronometro.
Bastava una frazione di secondo per entrare nella storia.
Bastava così poco tempo...

*Tic*




1 commento:

  1. l'incessante incedere del tempo seppur velocissimo è relativamente lento se raccontato dalle esperienze vissute da persone diverse nello stesso medesimo *tic*tac*

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