22 giugno 2016

Un Gran Finale

Mi sveglio scuotendo la testa, sono seduto, sono nella sala di un cinema.

Le sedie sono di velluto rosso e tutte numerate, ho un sacchetto di pop-corn in grembo e sento il sapore del burro in bocca, lo schermo è bianco, lo spettacolo non è ancora iniziato e le luci sono accese.
La sala è completamente vuota, sono da solo.

Sono seduto mentre mastico pop-corn e mi guardo in giro chiedendomi come diavolo sia finito lì, ero convinto di essere andato a letto, ed in effetti quello che ho addosso è il mio pigiama, cosa diavolo sta succedendo?
“E’ una gran noia di film, ma non mi stanco mai di vederlo” esclama una voce alla mia destra.
Mi giro e noto un tipo disteso su una poltrona 7 o 8 posti più in là: sulla trentina, capelli rasati, occhiali da sole, stivali, cappotto e pantaloni in pelle, maglia nera con la scritta "Heden".
Ha le gambe distese in avanti con gli stivali poggiati sul sedile di fronte a se.
Abbassa gli occhiali sul naso, si gira a guardarmi e sorride mostrando i denti bianchissimi “Ti piacerà”.

Si spengono le luci e sullo schermo appaiono delle immagini.
E’ la casa dei miei genitori, sembra nuova di zecca, la finestra è aperta e da dentro si vede una culla.
“Marie, è bellissimo” esclama mio padre mentre abbraccia da dietro la schiena mia madre, entrambi fissano con dolcezza la culla.
“Voglio chiamarlo Richard, è un nome che mi è sempre piaciuto”

Quando mi rendo conto di quello che sto guardando per poco non mi strozzo col pop-corn.
“Ecco, io invece Richard proprio non lo sopporto, non capisco con che coraggio tua madre ti abbia fatto questo torto” stavolta però la voce veniva da dietro di me, mi giro ed il tizio è seduto qualche fila più indietro, non c’è più nessuno sulla destra.
“Si può sapere chi sei e cosa ci facciamo qui?” gli urlo contro.
Si mette un dito davanti alla labbra socchiuse ed indica davanti a lui.

Le immagini proiettate sullo schermo erano cambiate: io e mia madre eravamo al parco, avrò avuto al massimo 5 anni, stavamo mangiando un cono.
Mi vedo bambino mentre spingo con la lingua la mia pallina di gelato troppo forte e questa che esce fuori dal cono cadendo a terra.
Mia madre mi guarda, ma prima che possa cominciare a piangere mi dà una delle sue palline di gelato, la guardo con gli occhi un po’ umidi ma sorrido contento.

Immediatamente la scena sbiadisce, si vede la palestra della mia scuola elementare, ci sono io e Tim, ce le stiamo dando di santa ragione “Ridammi il mio giubbino!” gli urlo mentre ci teniamo per i capelli.
“Non hai mai saputo incassare” dice ridendo il tipo che ora mi siede di fianco, non capisco come possa spostarsi così velocemente senza che io me ne accorga.
Le immagini sullo schermo cominciano ad accelerare e a susseguirsi sempre più velocemente: il primo bacio con Denise, il diploma, la volta che ho dato un pugno a mio padre, il mio primo licenziamento, l’esame per entrare in polizia, la prima volta che ho ucciso un uomo, la nascita di mia figlia, la volta che ho rubato quei soldi della refurtiva, la firma del divorzio dall'avvocato, la volta che lancio il televisore fuori dalla finestra, l’incidente in moto, una delle notti di sesso con Jenny, io che spengo una sigaretta a terra, migliaia di fotogrammi che si susseguono velocissimi, io li vedo e li ricordo tutti.
Poi tutto si blocca.

Viene inquadrato il parabrezza della mia auto, sono seduto al volante, sto fissando la strada davanti a me, sono annoiato.
Il Richard dello schermo guarda di fronte a se, mi guarda, ed io guardo lui.

“L’avrai riconosciuta Rick, quella era la tua vita”
Mi si attorcigliano le budella.
“Si, lo so, ma noi lassù pensiamo che tu sia un uomo buono e che meriti quantomeno la possibilità di riflettere su quanto hai fatto finora”
“Si può sapere di cosa diavolo stai parlando?”
“Andiamo Rick, lo sai benissimo, è tutta la vita che ti sto appresso, lo so che hai già capito cosa sta succedendo, sei morto” e dicendo questo afferra una grossa manciata di pop-corn e se la ficca in bocca.

Resto pietrificato, sento il sangue nelle vene congelare all'istante e bloccarsi
All'improvviso il tipo al mio fianco scoppia a ridere con la bocca ancora mezza piena.
Butta giù il boccone ed esclama “Scusa amico ma non ho saputo resistere, stammi su, non sei morto!”
Lo guardo frastornato.
Il Richard sullo schermo continua a guidare, ogni tanto si gratta il mento, si sta accendendo una sigaretta.
“La vita, la tua vita come quella di tutti, è un viaggio. Tu per tutto il tempo non hai fatto altro che startene lì seduto a guidarla annoiato, osservandola mentre ti scorreva di fronte, non ti sei mai impegnato in nulla, hai sempre lasciato che le cose andassero come dovevano andare.
Prima ti ho detto che eri morto, beh, cosa cambierebbe dopotutto? Ed è proprio questo il nostro problema!”
Allunga la mano nell'aria e fa schioccare le dita, le immagini davanti a me cambiano, Richard in auto scompare e resta proiettata sullo schermo una gigantesca scritta bianca su fondo nero.

FINE

“Se domattina tu tirassi le cuoia, cosa diavolo potrei farne con te? Dimmi la verità, quello che hai visto ti ha soddisfatto?”
Guardo la scritta bianca, sono terrorizzato, ma riesco a capire quello che il tizio mi sta dicendo.
No, non sono soddisfatto, la mia vita fa schifo.
“Rick, comincia a vivere davvero, smettila di fare quello che ti viene detto ed agisci di tua iniziativa, svegliati, vivila la vita. Ne hai una sola, maledizione!”



Mi sveglio alzandomi di scatto seduto sul letto.
Guardo l’appartamento: gli occhi scattano da un punto all'altro, sto cercando in mezzo a quel caos il tizio del cinema.
Sono solo, era solo un sogno.
Sono sudato fradicio, fa freddo, mi alzo per andare a bere qualcosa mentre rifletto sull'assurdità di quel sogno, sono sconvolto.
Mi faccio una doccia calda, mi sento meglio.
Sto tornando a letto quando vedo sul tavolo un biglietto che prima non c'era.


Bianco, scrittura in corsivo, caratteri neri
“Biglietto del Cinema, vale 1 ingresso, spettacolo notturno per Un Gran Finale”




1 commento:

  1. Ciao, ho letto questo racconto un po' di tempo fa, ma solo oggi ho trovato un po' di calma per scriverti un commento. Sono contento di vedere che c'è sempre una nuova generazione di scrittori pronti a raccontare storie. Spero tu voglia continuare a crescere per raccontare sempre nuove storie. Se sei curioso di incontrare tanti scrittori fai un salto anche sulla pagina della rivista Writers Magazine Italia. Io e tanti altri abbiamo iniziato a scriver sul web e con l'aiuto di altri autori. Troverai consigli e premi per metterti alla prova con gli altri! :-) Se hai tempo e voglia scrivimi pure in privato, così parliamo anche un po' più nel dettaglio! Buona scrittura

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