29 giugno 2016

Vera Van

Vera era nata con il luccichio negli occhi.
Occhi vispi, allegri e più di ogni altra cosa curiosi.
Vera la curiosità, la voglia di vivere, ce l’aveva nel sangue.
La prima volta che vide una pozzanghera, e vi posso assicurare che era una pozzanghera enorme per una bambina così piccola, lei ci saltò forte con i piedi dentro e schizzò acqua ovunque.
Non era la classica peste, era tranquilla lei, solo era curiosa di sapere cosa sarebbe successo se lo avesse fatto, e la cosa la divertì un sacco.
Poi un giorno cominciò a parlare, ed il mondo si colorò di un nuovo suono.
Avete presente quando avete finito di pranzare e sentite in fondo alla bocca quel bisogno di qualcosa di dolce?
“Beh, ora il dolce ci starebbe proprio bene”
Ecco, quella sensazione lì, quel formicolio delle papille gustative.
Era così che il mondo aspettava le prime parole di Vera, e queste arrivarono.
Certo non è che fossero proprio delle parole sensate, avevano sicuramente a che fare con la pappa o qualcosa del genere, ma quel giorno scattò qualcosa.
Vera scoprì che adorava parlare, cominciò a parlare continuamente e di tutto, sempre e comunque.
Forse più che la quantità delle parole, la cosa importante era la qualità di queste.
Parole così dolci che avrebbero potuto calmare un orso infuriato, ti metteva la pace dentro quella donna, ti parlava in un modo che nessuno sapeva fare. Non è che ti dicesse qualcosa di diverso da quello che potevano dire gli altri, ma come lo faceva lei…
Beh…
Avreste dovuto sentirla parlare, ecco.

Purtroppo però la vita è dura con tutti, anche un po’ ingiusta, ed una brutta febbre le tolse la parola.
Si, il mondo all’improvviso divenne silenzioso, nessuno più poté ascoltare la voce di Vera.
Lei faceva la maestra alle elementari, tutti in paese le volevano bene, ma i suoi bambini semplicemente la adoravano.
E cominciò per caso quella faccenda lì, fu un gesto disinteressato di uno dei suoi bambini, un piccolo gesto.
Lui andò a trovare la sua maestra.
Certo, lei non poteva più parlare, così lo cominciò a fare lui per entrambi.
Riempì il silenzio che era sceso in quella casa, ed improvvisamente tutto si sbloccò; come se l’aria diventasse di nuovo respirabile, e sul volto di Vera nacque di nuovo un piccolo e dolce sorriso.
Così tutti i suoi alunni cominciarono ad andare a trovarla, per riempire insieme il vuoto, per sconfiggere il silenzio, per far sorridere la donna più dolce del mondo.
E si sa, non si può sempre avere qualcosa di buono da dire, e spesso i bambini parlavano perché dovevano parlare, lo facevano senza sosta e fin quasi a stramazzare a terra senza fiato.
E c’era da morir dal ridere ad ascoltare quei discorsi, i bambini si divertivano come matti e Vera ascoltava ancora più divertita di loro, curiosa com’era con la gioia dipinta in volto ed il cuore pieno di storie incredibili.


Il resto, come si suol dire, è storia: nacque nel paese di Vera Van il modo di dire, quando qualcuno parla a casaccio gli si dirà sempre “Stai parlando a VanVera!”


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