Vera era nata con il luccichio negli occhi.
Occhi vispi, allegri e più di ogni altra cosa curiosi.
Vera la curiosità, la voglia di vivere, ce l’aveva nel
sangue.
La prima volta che vide una pozzanghera, e vi posso
assicurare che era una pozzanghera enorme per una bambina così piccola, lei ci
saltò forte con i piedi dentro e schizzò acqua ovunque.
Non era la classica peste, era tranquilla lei, solo era
curiosa di sapere cosa sarebbe successo se lo avesse fatto, e la cosa la
divertì un sacco.
Poi un giorno cominciò a parlare, ed il mondo si colorò di
un nuovo suono.
Avete presente quando avete finito di pranzare e sentite in
fondo alla bocca quel bisogno di qualcosa di dolce?
“Beh, ora il dolce ci starebbe proprio bene”
Ecco, quella sensazione lì, quel formicolio delle papille
gustative.
Era così che il mondo aspettava le prime parole di Vera, e
queste arrivarono.
Certo non è che fossero proprio delle parole sensate, avevano
sicuramente a che fare con la pappa o qualcosa del genere, ma quel giorno
scattò qualcosa.
Vera scoprì che adorava parlare, cominciò a parlare
continuamente e di tutto, sempre e comunque.
Forse più che la quantità delle parole, la cosa importante
era la qualità di queste.
Parole così dolci che avrebbero potuto calmare un orso
infuriato, ti metteva la pace dentro quella donna, ti parlava in un modo che
nessuno sapeva fare. Non è che ti dicesse qualcosa di diverso da quello che
potevano dire gli altri, ma come lo faceva lei…
Beh…
Avreste dovuto sentirla parlare, ecco.
Purtroppo però la vita è dura con tutti, anche un po’ ingiusta,
ed una brutta febbre le tolse la parola.
Si, il mondo all’improvviso divenne silenzioso, nessuno più poté
ascoltare la voce di Vera.
Lei faceva la maestra alle elementari, tutti in paese le
volevano bene, ma i suoi bambini semplicemente la adoravano.
E cominciò per caso quella faccenda lì, fu un gesto disinteressato
di uno dei suoi bambini, un piccolo gesto.
Lui andò a trovare la sua maestra.
Certo, lei non poteva più parlare, così lo cominciò a fare lui
per entrambi.
Riempì il silenzio che era sceso in quella casa, ed
improvvisamente tutto si sbloccò; come se l’aria diventasse di nuovo
respirabile, e sul volto di Vera nacque di nuovo un piccolo e dolce sorriso.
Così tutti i suoi alunni cominciarono ad andare a trovarla,
per riempire insieme il vuoto, per sconfiggere il silenzio, per far sorridere
la donna più dolce del mondo.
E si sa, non si può sempre avere qualcosa di buono da dire, e
spesso i bambini parlavano perché dovevano parlare, lo facevano senza sosta e
fin quasi a stramazzare a terra senza fiato.
E c’era da morir dal ridere ad ascoltare quei discorsi, i
bambini si divertivano come matti e Vera ascoltava ancora più divertita di
loro, curiosa com’era con la gioia dipinta in volto ed il cuore pieno di storie
incredibili.
Il resto, come si suol dire, è storia: nacque nel paese di
Vera Van il modo di dire, quando qualcuno parla a casaccio gli si dirà sempre “Stai
parlando a VanVera!”
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