11 maggio 2016

Sono Solo Ordini

Innanzitutto bisogna controllare il respiro, gestire il flusso d’aria nei polmoni è fondamentale.
Un buon tiratore riesce a regolare la propria respirazione fin quasi a non aver più bisogno di riempire i polmoni, la concentrazione è tale da far scomparire tutto e tutti, quello che resta è una piccola ed inesorabile linea che parte dagli occhi dietro il mirino e punta dritta sul bersaglio a più di 300 metri.
Col calcio ben piantato nella spalla bisogna essere perfettamente padroni del proprio corpo, un cecchino non può permettersi movimenti che possano deviare il colpo, sbagliare di un millimetro la posizione della canna può significare mancare di un metro l’obbiettivo; l’incrollabile pazienza e la geometrica precisione, oltre i 5kg di legno ed acciaio che stringono tra le mani, sono le armi di cui si equipaggiano questi soldati.


Frank era stanco e sudato.
La Virginia probabilmente sarebbe stato anche un luogo ideale dove passare le vacanze con la propria famiglia se in quel momento non ci fosse stata una sanguinosa guerra in corso.
Era tutto schifosamente umido e caldo, e poi c’erano le montagne e i fiumi, si decisamente un bel posto per farsi una cavalcata, ma uno dei peggiori campi di battaglia che si possano immaginare.
Frank era un ottimo soldato, non che gli piacesse uccidere le persone, e di gente matta a cui piaceva farlo dietro le file dell’esercito ne aveva conosciuta bel po', ma si sentiva parte di qualcosa più grande di lui e questo gli piaceva, era il piccolo ingranaggio ben oliato di un meccanismo che voleva salvaguardare le sorti del suo paese.
Non che gliene fregasse qualcosa dei motivi per cui era scoppiata quella stupida guerra, lui era un soldato ma non combatteva per le cose a cui tutti sembravano dare importanza come la libertà, i diritti e tanti paroloni che lo toccavano però molto poco. La verità era che lo stipendio non era male ed il tiratore scelto era un titolo prestigioso che non aveva fatto fatica ad accettare, bastava eseguire gli ordini.
Dopotutto solo di questo si trattava, di ordini, e Frank doveva eseguirli ciecamente.


Era immobile su quella dannatissima collina da oramai 2 ore e non aveva staccato neanche per un secondo la faccia dal suo fucile Sharps, aspettava. La cosa peggiore di tutta quella storia dell’attesa era che non potevi fare altro che pensare, restare concentrato sul bersaglio e pensare, pensare, pensare.
Frank era in guerra da 28 mesi, contava oramai 63 “bersagli colpiti” e mai, prima di allora, gli era capitato di essere accalappiato dal dubbio come gli stava succedendo in quel momento, era qualcosa nata in silenzio tempo fa ma che pian piano gli era cresciuta dentro, inesorabile.

Togliere la vita di un altro essere umano è la prova più dura che possa sopportare l’anima di un uomo, qualcosa si perde insieme ad ogni sparo, qualcos'altro svanisce insieme a quell'ultimo respiro ed ognuno resiste finché può sopportarlo per rispettare gli ordini. Probabilmente il numero di Frank era 63, e su quella collina gli divenne chiaro che non era più così semplice fare il proprio dovere, capì che voleva tornare a casa.
Le cose però non erano così semplici: c’erano altri 4 suoi uomini appostati ad aspettare lo scambio, loro avrebbero fatto fuoco comunque, erano suoi compagni e non poteva abbandonarli o scappare e rischiare di essere inseguito.
Arrivò nella radura il tenente colonnello per lo scambio, Frank pensò che erano solo ordini, e doveva eseguirli anche se non voleva.
Il mirino puntava la testa dell’ufficiale, non riusciva più a capire cosa era giusto e cos’era sbagliato.
“Gli uomini sono peggio delle bestie” pensò Frank.

Uno sparo squarciò l'aria.




2 commenti:

  1. ecco perché si chiamano cecchini.... perché devono eseguire gli ordini ciecamente
    bel racconto... centrato il bersaglio anche stavolta

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    1. Grazie come sempre Mojo
      In pratica io scrivo solo per godermi i tuoi commenti, sono uno migliore dell'altro!

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