Carla guardava fissa il piatto illuminato del microonde che
girava.
Se c'era una cosa che proprio non sopportava era quel rumore
continuo e fastidioso del microonde, lo odiava.
"Carla, quanto diavolo ci vuole per la cena?"
Urlò il marito dal divano
Era grasso, ed anche questa era una cosa che odiava.
Una volta non lo era, proprio per niente, ma il tempo passa
e le cose cambiano, tutto è inesorabilmente cambiato per lei.
Spesso, quando sapeva che non c'era nessuno in casa che
potesse vederla, restava decine di minuti a fissare il quadro di lei ed il
marito affisso in corridoio.
L'immagine ritraeva loro due, giovani e felici, e alle loro
spalle la prima azienda del marito, la prima di molte che fallirono
miseramente.
Carla guardava quell'immagine con le lacrime calde che le
solcavano il viso, cercando con tutte le sue forze di poter strappare da quei
due giovani tutta la felicità che poteva rubargli, lei ne aveva disperatamente
più bisogno di loro.
"Vedrai, questa sarà una svolta per tutti noi,
finalmente le cose andranno come ho sempre sognato"
Bofonchiò il marito di Carla mentre radunava sulla forchetta
quanti più chicchi di mais riuscisse, spingendoli su con l'aiuto del pollice
sinistro.
Cos'era quella? Una speranza?
Carla oramai non riusciva più a credere che le cose
potessero andare meglio, 15 anni prima aveva tutto, ed ora più nulla, non si
contavano più i fallimenti accumulati da quel mostro che le sedeva affianco.
Nonostante sapesse che si trattava di un comportamento da
principessa viziata, Carla voleva a tutti i costi riavere quello che le era
stato tolto, voleva di nuovo la sua vita da ricca.
Il 18 Ottobre di 15 anni fa le portarono via tutto.
Le auto, i vestiti, i gioielli, tutto, anche il vaso con il
ficus all'ingresso.
Quella pianta non valeva nulla, eppure le fu tolta anche
quella, insieme a quello che ne rimaneva della sua dignità.
Il figlio di 10 anni ovviamente non sapeva nulla di tutto
questo, lui era abituato a dover scongelare la carne acquistata in offerta, ad
avere vestiti vecchi e consumati, lui era innocente ed ignorava quello che le
gravava sulle spalle...e lei non lo sopportava.
Carla sapeva quanto terribile fosse quel pensiero, eppure lo
odiava, semplicemente non sopportava quel bambino, non lo aveva desiderato e lo
sentiva come un peso di cui si doveva occupare giorno dopo giorno, ora dopo
ora.
Nonostante questo, lei si impegnava nel suo ruolo di madre,
raccontava a suo figlio di come una volta lei era una principessa, e di come un
giorno i cattivi le avessero portato via il regno.
"Mamma, se tu eri una principessa vuol dire che presto
arriverà il cavaliere senza macchia e senza paura che sconfiggerà i cattivi e
ti darà di nuovo la corona" ma di fronte queste parole lei non poteva fare
altro che stringere sconsolata le labbra guardando fisso il pancione del marito
disteso storto sul divano.
Carla assisteva impotente al declino della sua esistenza che
le scorreva davanti agli occhi lenta, senza colore e senza sapore.
Il bambino quella notte si alzò per andare in bagno, ma
quando aprì la porta fu sorpreso del trovare la luce accesa e la madre che
faceva il bagno nella vasca.
La mamma aveva la testa piegata di lato e dormiva.
La cosa strana era il colore della vasca, era cambiato, non
era più bianco come al solito, ma rosso. Tutta l'acqua era rosso scuro.
La mamma gli aveva raccontato di una vasca rossa scarlatta
che aveva quando era una principessa, e lui era felice che la madre potesse
riavere qualcosa che le mancasse tanto.
La sensazione a fine lettura.... Vediamo se riesco a spiegarmi, è come avere sete in una caldissima giornata d'estate,bere un bel bicchiere di acqua fresca... Eeee volerne ancora!!!! Solo che la bottiglia d acqua è vuota!!! Dai dai che ne vogliamo ancora!hai un dono bellissimo
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